Atalanta - Copenaghen 0-0

Atalanta - immagine Pixabay

Il turno decisivo per l'accesso alla fase a gironi di Europa League comprende solitamente, come è logico che sia, soltanto squadre di un certo livello, abituate a sgomitare per farsi largo nelle competizioni europee; l'undici di Gian Piero Gasperini era preparato fin dalla partenza a sudare, questa sera, le proverbiali sette camicie per portare a casa il risultato, ma probabilmente non immaginava che i danesi del Copenaghen sarebbero sbarcati al Mapei Stadium di Reggio Emilia, tana delle partite casalinghe atalantine in Europa, con tanto di calce e mattoni, al fine di erigere un muro umano davanti alla porta dell'estremo difensore Joronen.

Fin dai primi minuti infatti la Dea sembra poter fare un sol boccone degli avversari, in virtù di un tasso tecnico sicuramente maggiore e di una condizione fisica sembrata una volta in più invidiabile: il Copenaghen ha già disputato sei partite nel proprio campionato (del quale è al comando insieme all'Aalborg), ma la gamba più rodata sembra quella di casa e nel primo quarto d'ora ci provano Pasalic, Gomez e Barrow quasi senza soluzione di continuità.

Sembra il preludio ad un'altra serata trionfale per gli orobici, che tuttavia piano piano perdono lucidità e paiono farsi prendere dall'ansia del goal; in questa situazione gli ospiti provano ad approfittarne e mettono la testa dalle parti di Gollini con un paio di azioni pericolose. Gasperini capisce che la partita si sta insabbiando esattamente come vogliono gli avversari e prova a sparigliare le carte inserendo Zapata ad inizio ripresa al posto di Pasalic.

Ed una boa in mezzo all'area, che faccia a sportellate con i difensori danesi sembra essere l'ennesima mossa vincente dell'ex tecnico della primavera juventina: nei primi quindici minuti del secondo tempo Zapata entra praticamente in tutte le azioni d'attacco e pochi centimetri mancano al Papu Gomez per deviare in fondo alla porta un conclusione di Hateboer.

Il palo alla sinistra del portiere ospite vede passare miracolosamente a pochi millimetri il destro a giro di Gomez, dalla sua mattonella al limite dell'area, e un sinistro deviato di Hateboer; Joronen capisce di aver azzeccato l'ipnotizzante arancione della divisa e di essere diventato definitivamente l'eroe della serata quando viene centrato dall'ennesimo tiro bergamasco di Barrow.

Peccato per l'Atalanta che meritava sicuramente miglior fortuna e che dovrà giocarsi il tutto per tutto nella trasferta di Copenaghen di Giovedì prossimo, non prima però di aver fatto visita alla Roma per la seconda giornata di campionato. Lo zero a zero è un risultato che lascia tutto sommato ancora ampie speranze di qualificazione alla Dea, alla quale basterà un pareggio con goal per passare alla fase a gironi della seconda competizione continentale.

Un ultimo appunto sulla generosissima curva atalantina, che ha seguito ed incitato i propri beniamini per tutta la durata del match; purtroppo però era l'unico settore dello stadio ad offrire un colpo d'occhio accettabile. 

Come sarebbe finita questa sera all'Azzurri d'Italia con venticinquemila cuori nerazzurri urlanti? Non sarebbe il caso, in vista di una (si spera) qualificazione, porre rimedio all'inconveniente di dovere emigrare tutte le volte in Emilia?